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Spente le “apparechiature” in Piemonte, tra poco più di sei mesi in Emila, e in Puglia/Capitanata?

LA PROSSIMA MANOVRA FINANZIARIA SI AVVICINA: DOVE SI TROVERANNO GLI 11 MILIARDI CHE PROVENIVANO DALLE RISORSE DEL GIOCO?

Forse tutto l’italico popolo dovrebbe stare con le dita incrociate sino alla stesura della prossima manora finanziaria poiché da qualche altra parte (e facilmente si può intuire dove) queste risorse di 11 miliardi di euro, che il mondo del gioco d’azzardo pubblico garantiva, dovranno essere “attinte”. Presumibilmente, si metteranno nuovamente le “mani nelle tasche degli italiani” e si starà a vedere in che forma ed in che misura: quello che è certo è che i contribuenti si aspettano qualche “taglio” nella spesa pubblica e particolarmente (ma ormai è un discorso che si ripetere sempre, ma non si concretizza mai) sulle pensioni d’oro e le attribuzioni che vengono date alla nostra classe politica. Quel poco che è stato fatto, magari dal Movimento Cinque Stelle, non è certamente abbastanza ed i cittadini per avere fiducia nei “propri” politici si aspettano qualcosa di più.

Che la gente sia arcistufa di avere una situazione “sgradevole” nel portafoglio è un dato di fatto, ma, invece, vengono sempre di più alla luce “intrallazzi politici” di ogni genere. Questo, sembrerebbe il momento di cambiare rotta e di fare in modo che la gente si avvicini di nuovo alla politica, ed ai suoi rappresentanti, facendo un “gesto eclatante” (ma reale e non fittizio) con qualche taglio importante alla classe dirigente. Si sta alla finestra per vedere cosa potrà mai succedere e se veramente la politica ha una coscienza o se questa è una prerogativa solo dei cittadini!

Ed a parte il reperimento degli 11 miliardi di euro l’anno garantiti dal gioco lecito e dai casino migliori, che fine faranno gli oltre centomila posti di lavoro a tempo indeterminato che tale comparto garantisce? É una domanda che dopo la firma dell’accordo uscito dalla Conferenza Unificata tanti si pongono, poiché presto le imprese di gioco saranno costrette a licenziare i propri dipendenti perché non potranno più sostenere queste spese con le attività che dovranno o sparire per riaprire in luoghi “alternativi” o sparire proprio nel vero senso della parola.

Sono interrogativi che discendono dalla riduzione del gettito proveniente dai giochi, conseguente al fatto di una futura e prossima sparizione dell’offerta legale di gioco e che si concretizzerà nei prossimi mesi. Sembra che prendendo alcune decisioni per “sistemare” il gioco non si sia tenuto ben conto della reale importanza del gioco lecito sul territorio: il gioco pubblico viene rappresentato da punti di PIL ed il bacino occupazionale è di gran lunga superiore a ciò che è rimasto dell’antica metallurgia.

É ovvio, quindi, che questa realtà economica desidererebbe maggiori tutele e difensori ed invece ora, si trova ad interrogarsi se, dopo aver “spento le apparecchiature di gioco in Piemonte” il prossimo 30 novembre, lo stesso gioco avrà altri sei mesi di vita in Emilia Romagna e via via per tutte le altre Regioni.

In Italia si è, purtroppo, abituati ad invidiare tutto delle altre realtà: la Giustizia è meglio “altrove”, il lavoro è meglio “altrove”, le pensioni ed i diritti sono meglio “altrove” ed anche il gioco è meglio “altrove”. Ma qui, oggi, basterebbe avere il coraggio di difendere una Legge di Stato -che garantisce anche gli stipendi ai funzionari e le medicine negli ospedali di tutto il Paese- contro una sorta di “ideologia locale”, alquanto furba ma che non risolve certamente il dilemma di dove trovare “altrove” i tanti danari che il gioco pubblico garantiva.

Attendiamo notizie su cosa verrà adottato in Puglia, la nostra regione seguirà l onda del Piemonte e dell Emilia Romanga o il nostro Governatore rimmarrà fermo? E i lavoratori nel settore? Avremmo disoccuparti anche nella Provincia di Foggia?

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