Close

Lucera, la “Fortezza Svevo Angioina”

La Fortezza Svevo Angioina è un luogo magico e certamente da visitare per coloro che amano le vacanze sul piano culturale e storico. Oggi abbiamo deciso di concentrare la nostra attenzione proprio su questa struttura partendo dalle indicazioni sul come raggiungerla. Innanzitutto vi dobbiamo dire che l’ingresso della struttura è ubicato in Piazza Padre Angelo Cuomo un ampio piazzale che si va aprendo sulla cinta muraria della Fortezza e su Porta Lucera e qui si trova l’ingresso principale del sito storico-architettonico. L’accesso a piedi verso la Fortezza avviene attraversando un ponte di legno e ferro che è stato inaugurato nell’anno 2000 – in occasione dell’anno giubilare ordinario -, questo si snoda sull’ampio fossato – struttura tipica dell’epoca in cui nascevano le fortezze ed i castelli – che si trova tra la Torre della Leonessa e la Torre del Leone. Queste due strutture – piccola curiosità geografica – sorgono sul colle più alto di Lucera che prima ospitava l’Acropoli Romana e ovviamente troviamo anche la stessa Fortezza Svevo Angioina. Le Fortezze nascevano a scopo difensivo ma anche di attacco e la loro posizione al pari di altre strutture e per ragioni diverse, era assai importante. Questa nello specifico rappresenta un eccellente baluardo di osservazione verso i monti del Subappennino dauno e a perdita d’occhio verso la distesa del Tavoliere delle Puglie.

Questa struttura oltre che una fortificazione è eccellente dal punto di vista degli oggetti archeologici che ospita essendo un sito antichissimo che ha attraversato varie epoche lasciando appunto varie tracce delle stesse. Elencandole scopriamo:

  • Capanne del periodo Neolitico
  • Ruderi di Epoca Romana
  • Ruderi del periodo Svevo
  • Condotti idrici
  • Resti visibili di una chiesa avente una sola navata con una sacrestia attigua. La chiesa era dedicata a S. Francesco.

Se prendiamo ad esempio Svevo-Federiciano e poi quello Angioino capiamo che significative trasformazioni sono state apportate alla struttura. Dapprima Federico II trasferì a Lucera negli anni tra il 1223 e il 1233 buona parte della popolazione saracena della Sicilia costituendo anche il Palatium imperiale. Poi avvenne la sconfitta degli Svevi ad opera degli Angioini e questi ultimi dopo il 1268 – anno della sconfitta operata da Carlo d’Angiò – eressero una cinta muraria che come sappiamo era tipica dell’epoca come struttura, nel caso di questa specifica era lunga 900 metri e all’interno di essa c’è appunto il palazzo federiciano. La struttura ora diventa una cittadina militare che risulterà essere autonoma. Aggiungeteci il fossato profondo e ben ventidue torri e capirete l’inaccessibilità della stessa. Tornando all’epoca federiciana e al Palatium costruito sul Monte Albano di Lucera dobbiamo dire che questa struttura rappresentava allora un validissimo avamposto del sistema castellare svevo e venne posto con estrema probabilità, a tutela del Tavoliere. Questa area militare era assai preziosa per l’epoca sia dal punto di vista militare come abbiamo detto sia per quello economico. Infatti nell’area c’era una vasta produzione cerealicola e legata anche alla viticultura, e non va dimenticata anche la caccia che ai tempi non era solo un hobby maldestro ma una vera fonte economica e di scambio commerciale. Della struttura originale del Palatium oggi si conserva purtroppo esclusivamente lo zoccolo di base che attualmente è corrispondente al vano magazzino, c’è anche il muro detto a scarpa che si avvale di nove feritoie per lato e questo invece corrisponde alla galleria dei tiratori, abbiamo anche una semivolta a crociera tipica struttura medievale e non solo anche questa, il piano del cortile con un bacino centrale che in precedenza vedeva protagonista al centro la vasca di una fontana. C’è anche da dire che questa struttura aveva quattro ali abitative che erano di fatto il corpo centrale di tutto il complesso architettonico e queste si elevavano su tre livelli:

  • Quello inferiore che affacciava sul cortile interno
  • E gli altri due sul cammino di ronda

All’interno della struttura appariva – osservandolo dalla pianta – un ottagono grazie ad una serie di archi ogivali che vennero realizzati ai quattro angoli del cortile esattamente all’altezza dell’ultimo piano, trasformando così l’interno della struttura stessa. Questo “gioco architettonico” e progetto anticipò lo schema di Castel del Monte.

Questa struttura aveva due immagini e due relative esplicitazioni annesse alla stessa immagine.

La prima quella di roccaforte e quindi di un avamposto militare praticamente inaccessibile per l’epoca.

La seconda quella di una dimora destinata a personaggi importanti quindi lussuosa e accogliente. Federico II in questa dimora trovava pace e serenità era immerso nel verde dei boschi e aveva intorno vasti pascoli dauni, inoltre si narra che in questo luogo componesse anche versi poetici. Il Palatium nacque per evitare saccheggi continui da parte dei Saraceni della Sicilia che all’interno della struttura e questo luogo sorgeva sulle fondamenta di una cattedrale romanica.

Come abbiamo detto in precedenza la cinta muraria e le torri vennero aggiunte in un secondo tempo, nel periodo che andò dal 1269 al 1283 per opera di Carlo d’Angiò, questa opera si rese necessaria al fine differente che quest’ultimo voleva fornire alla struttura che da fortezza si sarebbe dovuta trasformare da residenza imperiale a fortezza esclusivamente militare. Pescarono – letteralmente – i materiali per edificare le nuove strutture annesse al palazzo direttamente dai resti delle costruzioni romane precedenti nell’area che come detto, ospitava la vecchia Acropoli. Questa struttura comunque subì trasformazioni ulteriori non dovute – stavolta – all’opera delle persone. Venne infatti danneggiato da un terribile terremoto che colpì la zona nel 1456. Sparì venendo demolito nel secolo XVIII per recuperarne i materiali edili utili a costituire il nuovo tribunale.

Volendo accingerci a chiudere questa panoramica su una struttura che nel corso del tempo è diventata versatile e utili a più funzioni dobbiamo necessariamente concludere dicendo come era fatta.

  • Aveva una base quadrangolare
  • Un basamento troncopiramidale che attualmente è ancora visibile
  • Esso era costituito da tre livelli – piani –
  • Aveva un cortile centrale a base quadrata
  • Ingresso a livello piano terra – interno alla cinta muraria –
  • Dall’esterno invece non vi era accesso e questo sollevò le domande sul come riuscire ad accedere al castello, c’è chi ipotizzò che fosse possibile quando dall’interno venivano calate delle scale. Ma l’ipotesi più suggestiva e affascinante – tra l’altro confermata da taluni ritrovamenti – consisteva nel pensare che esistesse un ingresso sotterraneo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scrivi il codice * Time limit is exhausted. Please reload the CAPTCHA.