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“In Vino Futuro”: Cantine Le Grotte e il file rouge di storia e sviluppo

Si è svolto sabato il workshop sul Francigena Wine Festival: Capitanata cuore del progetto. Colomba Mongiello: “Ora Testo Unico sul vino”. Franco Dell’Erba: “Il mondo ha sete di noi”

Gli interventi di Giuseppe De Filippo, Patrizia Lusi e Feliciano Stoico: “Lavoriamo insieme”

APRICENA (Fg) – La pietra e il vino, ad Apricena, sono il segno tangibile di una evoluzione che racconta la capacità di produrre una qualità senza eguali. Storia, natura e cultura del territorio, così unici per caratteristiche e ricchezza, conferiscono a quei prodotti un valore aggiunto che, se pienamente utilizzato, può creare le condizioni di una nuova stagione di sviluppo condiviso. Sono questi i temi approfonditi da “In Vino Futuro”, workshop organizzato e ospitato da Cantine Le Grotte sabato 28 maggio. L’iniziativa ha anticipato di un giorno “Cantine aperte” ed ha segnato l’avvio per il 2016 del Francigena Wine Festival, progetto che promuove un nuovo modo di fare turismo e di accogliere i viaggiatori di tutto il mondo attraverso due chiavi di lettura: gli antichi cammini dei pellegrini e il vino, simbolo ed elemento principe del ristoro, dell’accoglienza, prodotto della millenaria sapienza dell’uomo.

La natura è talmente buona con noi che si lascia trasformare”, ha detto Franco Dell’Erba, patron di Cantine Le Grotte e fondatore dell’industria di estrazione marmi che porta il suo nome, una delle realtà produttive più innovative del Mezzogiorno d’Italia. “Questa zona era un deserto, guardate cos’è diventata ora”.

La nuova sede di Cantine Le Grotte, l’azienda vitivinicola di proprietà di Pasquale Dell’Erba e diretta da Biagio Cruciani è un ‘monumento’ alla Pietra d’Apricena. L’edificio che ospita la moderna cantina, la meravigliosa bottaia, gli uffici e gli spazi commerciali sono parte integrante di una porzione di territorio destinata a pascolo e che oggi produce grano, olio, prodotti ortofrutticoli oltre al vino. All’orizzonte, si distingue la linea blu del lago di Lesina. Poco distante, immerso nella biodervisità del Parco Nazionale del Gargano, sorge il tenimento medievale di Santa Maria di Selva della Rocca, complesso monastico dei Cavalieri teutonici a difesa della fede e dei fedeli in pellegrinaggio sulle Vie Francigene di Puglia.

Tra i meriti della famiglia Dell’Erba – ha dichiarato l’archeologo Feliciano Stoico – c’è anche quello di sostenere concretamente la promozione di questo territorio, valorizzandone ogni aspetto, a cominciare dall’inestimabile patrimonio storico-archeologico. Grazie a Dell’Erba, già due anni fa è stata organizzata la prima mostra sulla Via Francigena in Capitanata. Il Francigena Wine Festival è il filo rosso che ci permette di far conoscere appieno la storia, la natura e l’unicità di un territorio, comprese le eccellenze agroalimentari dell’entroterra”. Al workshop, sono intervenuti anche i rappresentanti dell’Associazione culturale Arcieri Storici “Turris Maior” che hanno donato ai relatori un lavoro artigianale per celebrare l’iniziativa.

All’incontro di sabato, moderato dalla giornalista Monica Surace, è intervenuta Colomba Mongiello, autorevole componente della Commissione Agricoltura: “Poche cantine possono vantare una location come questa”. Colomba Mongiello ha ricordato che “questo Governo ha prodotto misure per l’agricoltura e l’agroalimentare come mai nessuno era riuscito a fare prima”. L’elenco dei provvedimenti a cui ha fatto riferimento la parlamentare annovera l’abolizione dell’Imu agricola, l’eliminazione dell’Irap sulle imprese, la legge sull’agricoltura sociale, la legge Salva Olio e il Piano olivicolo nazionale. “Col Piano Cerealicolo di prossima approvazione, il Testo Unico sul vino e i nuovi provvedimenti sull’enoturismo, tutti condivisi e concertati con le organizzazioni agricole, le aziende che sono il motore della nostra agricoltura avranno gli strumenti che chiedevano da tempo per tutelare il Made in Italy e trasformare in nuovo sviluppo le enormi potenzialità espresse dalla integrazione tra il comparto primario, il turismo e l’innovazione”.

Sulla stessa lunghezza d’onda, anche il presidente provinciale di Coldiretti Foggia, Giuseppe De Filippo: “Su queste battaglie, dobbiamo essere capaci di fare lobbismo. Non è una parolaccia, piuttosto indica l’azione intelligente di saper muoversi insieme, politicamente, per presentare e rappresentare in modo strategico e unitario gli interessi e le necessità di sviluppo di un’area, quella della Capitanata, che esprime numeri e qualità di assoluto rilievo non solo nel contesto italiano. Coldiretti c’è sempre nelle battaglie in favore del made in Italy, e al suo fianco ha sempre trovato in questi anni l’operato di Colomba Mongiello. Cantine Le Grotte e il gruppo Dell’Erba stanno dimostrando che impresa, natura e cultura, quando fanno parte di un disegno strategico di sviluppo territoriale, diventano un potentissimo detonatore di crescita e di innovazione”.

Patrizia Lusi, presidente dell’A.S.P. “Vincenzo Zaccagnino”, ha ringraziato Franco Dell’Erba per la vicinanza e “l’affetto che dimostra verso una realtà come la nostra, oggi impegnata a garantire servizi e assistenza alle persone in modo più dinamico e moderno rispetto a un passato pieno di meriti”. “L’A.S.P. “Vincenzo Zaccagnino”– ha aggiunto Lusi – sta esplorando il terreno dell’agricoltura sociale che coniuga la vera impresa con l’inclusione. La nostra porta è spalancata, aperta a tutti gli attori imprenditoriali, sociali e politici del territorio che credano come noi, e come il gruppo Dell’Erba, che si possa giocare e vincere insieme la partita per questa terra e la sua gente”.

L’incontro, preceduto dalla visita alle cantine, si è concluso così come era stato iniziato, con l’intervento e gli auspici di Franco Dell’Erba: “Quando iniziai, nel 1965, andai a cercare nuovi mercati per superare la crisi economica di allora, che ha molti punti di contatto con quella attuale. Trovai ciò che cercavo e da allora non ho mai smesso di credere che si possano sempre aprire nuovi orizzonti. La pietra è come una matita nelle mani dell’uomo: ciò che scrive rimane indelebile nel tempo, testimonianza di arte, volontà, capacità di fare e di trasformare il mondo”.

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