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Nella notte fra il 6 e il 7 settembre, ad Ascoli Satriano, provincia di Foggia, un incendio è divampato negli scavi di Villa Faragola.

Il rogo ha interessato la copertura il legno e ha pesantemente danneggiato l’intero complesso della villa: come se non bastasse, è stato anche trafugato un reperto. Le fiamme devastano materialmente 15 anni di studi e lavori, un pezzo di storia millenario e un pezzo di identità del territorio ma la responsabilità vera e propria dell’atto è da ricercarsi ben più in profondità. Infatti, i lavori nel sito erano da alcuni mesi sospesi, ma un finanziamento di 1.6 milioni di euro era stato erogato per completare alcuni servizi per il pubblico, come il laboratorio multimediale o il percorso per i bambini. Stando alle parole del sindaco di Ascoli Satriano, neanche i servizi igienici erano stati completati, causando una notevole riduzione della fruibilità del sito.
Non è stato possibile, per esempio, organizzare le visite guidate nel sito in occasione delle giornate FAI di primavera dello scorso anno, che avrebbero convogliato studenti di tutta la provincia e permesso una esperienza formativa non da poco. Non poco di dubbio c’è anche sulla natura del rogo. Se i vigili del fuoco e i carabinieri sono più prudenti di certi giornali nello stabilire se si sia trattato di un rogo accidentale o doloso, molti elementi fanno trasparire un quadro decisamente più complesso: il frutto della statuetta votiva e il fatto che la copertura fosse presumibilmente ignifuga, e un qualsiasi rogo accidentale avrebbe impiegato, a detta dei responsabili del sito, almeno 8 ore per incendiarla. A prescindere dal metodo di realizzazione, quello che è stato commesso è un crimine contro il nostro territorio non diverso o meno grave di quelli commessi da chi trasporta e seppellisce tonnellate di rifiuti sotto la nostra terra. Come studenti, non possiamo permetterci di lasciar correre, né di cedere al fatalismo di chi vorrebbe che questa storia diventasse solo una delle tante disgrazie che capitano da queste parti. Occorre una forte presa di coscienza, occorre che i siti che raccontano la nostra storia siano vissuti come beni della collettività e non come affare di altri, o peggio come peso; occorre che le istituzioni prendano seri provvedimenti per tutelare il nostro patrimonio archeologico.

Per questo ci sentiamo di invitare tutte le realtà cittadine e provinciali, le istituzioni, chi sta seguendo le indagini e tutti coloro che non vogliono far finire questa storia nell’oblio a vederci ad Ascoli Satriano, per parlare di questo sito e di altri come questo, per parlare della gestione dei nostri beni culturali e della condizione dei professionisti che se ne occupano, per parlare di come rilanciare la lotta contro chi ritiene di poter fare di questo territorio ciò che vuole, ad Ascoli come ovunque. Nel frattempo, vigileremo sull’avanzamento delle indagini in maniera costante, nella speranza che i responsabili siano assicurati alla giustizia e che nulla di simile possa in futuro verificarsi. La storia è maestra di vita, ma, come disse Gramsci, spesso non ha scolari.
Link Foggia
Unione degli Studenti Foggia
Ucronìa

(contattate a questo indirizzo o al cell 331 855 6427)

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