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CERIGNOLA: CASARELLA, METTA PALADINO DI UNA STERILE PROTESTA OGGI SCALZATO DA BEVILACQUA

cerignola-piazza-matteotti-illuminataCerignola | “Quando in 5 anni non se ne azzecca una stando all’opposizione, ci vuole coraggio o spudoratezza a chiedere fiducia agli elettori per governare la nostra città”. Il coordinatore cittadino di Forza Italia, Gianvito Casarella, commenta così la terza sentenza negativa per il candidato civico Franco Metta contrapposto al dirigente comunale Custode Amato.

CONTRO IL COMUNE | A distanza di pochi mesi, prima che i giudici dessero torto al cicognino sulla questione della recinzione in via Tiro a Segno, già altri pronunciamenti c’erano stati a proposito dell’altra recinzione di Via dei Tulipani e della cosiddetta “rotonda d’oro”. Assoluzioni con formula piena al dirigente Amato, dopo che veleni ed invettive erano state liberate dal solito Metta. “Il Comune dovrà risarcire l’ingegnere Amato – osserva Casarella – a causa delle farneticazioni di un 65enne ossessionato. Oltre 20mila euro solo per queste sciocchezze, perpetrate confondendo continuamente nel penale il proprio ruolo professionale con quello istituzionale. Mi chiedo se ci siano gli estremi per la segnalazione alla Corte dei Conti”.

Anni di battaglie, sempre a suon di denunce alla Procura, mobilitando avvocati, impegnando gli uffici a produrre documentazioni, prove e tutto quanto chiesto da Metta al solo scopo di immobilizzare e destabilizzare tutto. “Il risultato? Sempre niente di niente. Ha abbaiato alla luna senza mai produrre un’acca. Non una proposta concreta e seriamente alternativa. Non la reale prova delle illegittimità denunciate. Ha riempito giornali, trasmissioni radio, comizi, con invettive, scadendo sempre nella denigrazione personale, nella violenza verbale, che gli è propria, come si evince da una condanna del 2013 ad un anno di reclusione per aver inveito contro un magistrato. Una figura del tutto incompatibile con l’equilibrio di cui necessita un sindaco e completamente priva di autorevolezza sovracomunale ad ogni livello istituzionale”.

I TROPPI BUCHI NELL’ACQUA | Aveva paventato la bocciatura della convenzione sul fotovoltaico, poi regolarmente approvata in Consiglio. Aveva detto che sullo smaltimento dei pannelli solari non c’era programmazione, ma non aveva letto la convenzione. Aveva detto che EcoCapitanata continuava a funzionare e lui stesso ne vedeva i fumi, ma era solo la sua fervida immaginazione. Aveva bloccato la costruzione del centro parrocchiale a Santa Barbara per un inutile cavillo tecnico, mettendo a repentaglio il finanziamento. Aveva disegnato il Vescovo in mutande opponendosi alla cripta, poi… Cerignola val bene una messa e s’è convertito. Aveva annunciato il dissesto, ma mai il Comune ha rischiato. Aveva annunciato assunzioni alla Lidl con tanto di nomi e cognomi, ma non è accaduto niente. Aveva sparso la voce che sarebbe arrivata l’immondizia all’Interporto, ma non sapeva neppure di cosa stesse parlando. Aveva gettato ombre sulle gare di pubblica illuminazione e ampliamento del cimitero, ma solo per mettersi di traverso. Aveva denunciato speculazioni sul parcheggio del Maxi Gm, ma non aveva neppure sfogliato le normative.

OLTRE I SOGNI C’È IL NULLA | “Uno così ha dimostrato ampiamente che della cosa pubblica non sa niente di niente – osserva Casarella . Chiacchiere da bar spacciate per verità, infarcite di offese e veleni. Poi il solito nulla, che ha pure un costo per la collettività. Come il nulla è il suo programma, che non abbiamo visto se non nelle rappresentazioni oniriche sempre più farneticanti. Non basta dire che stanno le buche, se non si dice come si intende chiuderle. Ma lui proprio non ce la fa. E attorno ha una setta esaltata dalla sola idea di conquistare il Palazzo”.

METTA COME BEVILACQUA | Oggi la protesta è incarnata dal pittoresco Gerardo Bevilacqua. “Del povero folkloristico divittoriano – conclude Casarella – si ride ovunque a torto o ragione. E riempie le piazze di curiosi e non solo. Ma c’è  un filo indissolubile che lo congiunge a Metta: il niente nell’idea di città e le espressioni denigratorie ed aggressive. Che differenza c’è tra la sedia lanciata dal Ribbellione ad un suo collaboratore e la spedizione punitiva in un ristorante del centro, quando Metta mi urlò minacce davanti a tutti? Si ripropone dopo 5 anni il circo dei clown e delle bestie feroci, con populisti inconcludenti e delinquenza pesante a fare da contorno. E la partita delle Comunali 2015 è tutta qui”.

 

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