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La Regione Puglia lancia il Microprestito, fino a 25 mila euro a tasso zero

leo caroliUna mossa che ha come unico scopo quello di rilanciare non solo le piccole/medie imprese ma anche i professionisti dei più svariati settori del nostro territorio. L’ Assessore Caroli è vicino all’ economia Pugliese.

Questa scelta nel trasformare il Microcredito in Microprestito – spiega l’ assessore al lavoro Leo Caoli – è dovuta alla forte crisi che la nostra Regione sta vivendo. Dai i dati presentati sull’ andamento dell’ occupazione si evincono numeri molto preoccupanti sopratutto per chi lavora con la Partita Iva, quindi, maggiormente colpiti, i piccoli commercianti e studi professionisti.

La Regione ha deciso di dare una mano per far ripartire l’ economia con la concessione di un prestito che può arrivare fino all’ importo di 25 mila euro da restituire in 5 anni a tasso 0. Per i sei mesi iniziali la rata è in franchigia, così come è possibile sospenderla nel corso del pagamento. Non viene richiesta nessuna fideiussione bancaria come nessuna garanzia, un vero e proprio credito basato sull’ etica e sulla morale.

Il credito può essere utilizzato per il pagamento o l’ acquisto di nuove attrezzature, bollette, affitto e molto altro ancora.

Possono accedere al microprestito tutte quelle attività che sono operative da almeno 24 mesi e che hanno avuto negl’ ultimi 12 mesi un fatturato minimo di 60 mila euro fino ad un massimo di 240 mila euro. I finanziamenti possono essere richiesti anche dalle S.r.l. Ordinarie.

L’ importo messo a disposizione per il bando del Microcredito è di 52 milioni di euro di fondi comunitari strutturali. Circa 1500 le domande presentate per una spesa totale di 22 milioni di euro.

Questa manovra dovrebbe riportare le piccole attività e i professionisti, sopratutto quelli che hanno iniziato da poco la propria attività a reagire. L’ occupazione cala, tantissime figure professionali come avvocati, architetti, ingegneri e giornalisti con Partita Iva, sono costretti a chiudere i propri studi e addirittura a non pagare l’ iscrizione agli Ordini.

Un’ esempio eclatante è quello di Bari, nell’ ultimo anno uno studio legale al giorno chiude i battenti, studi legali per lo più aperti da giovani.

 

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