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La febbre di Cerignola tra rifiuti, disoccupazione e sanità

La denuncia della situazione durante il congresso dello Spi Cgil: “Disagio di famiglie e anziani”

L’allarme sulle conseguenze di un ciclo dei rifiuti lacunoso, danni per la salute e degrado in città

CERIGNOLA (Fg) – “Siamo il termometro del territorio e, in questo momento, Cerignola ha la febbre altissima: le tasse relative a raccolta e smaltimento dei rifiuti sono aumentate del 40 per cento, ma la città è sporca più di prima. E’ un problema di decoro, ma è soprattutto una enorme questione di salute pubblica”. E’ stato Savino Bersichella, segretario della Lega Spi Cgil di Cerignola, ad aprire mercoledì 19 settembre il congresso cittadino del Sindacato dei Pensionati Italiani nella Camera del Lavoro di Piazza I Maggio. Un’apertura tutta dedicata alla declinazione locale delle questioni affrontate, in via più generale, dalle relazioni congressuali. “Su rifiuti e ambiente non esiste una visione provinciale che affronti strutturalmente i problemi”, ha aggiunto Franco Persiano, segretario generale Spi Cgil Foggia. “Questo fa sì che gli allarmi sulla situazione ambientale, e sugli effetti devastanti di uno scorretto ciclo dei rifiuti, si rincorrano senza che le istituzioni preposte facciano qualcosa per affrontare positivamente la questione”. C’è una situazione molto pesante a Cerignola. Molte famiglie sono in una situazione di grande difficoltà. Alcune di esse devono fare fronte all’assistenza dei propri cari non autosufficienti, senza poter contare su un aiuto e, in definitiva, vivendo in solitudine il loro disagio. C’è una situazione economica difficile, resa drammatica dalla disoccupazione di troppi giovani, di tante donne e di persone più in là con l’età che hanno perso il lavoro e faticano a ricollocarsi. “Anche la salvaguardia dell’ambiente riguarda tutti i cittadini, così come la tutela della salute. Anche per questi motivi ci stiamo mobilitando per raccogliere il maggior numero possibile di firme su una proposta di legge regionale popolare, quella su Invecchiamento attivo e buona salute”. L’iniziativa è stata presentata nelle scorse settimane a Palazzo Dogana da Cgil, Cisl e Uil. La raccolta firme è attiva in tutta la Capitanata. Sono 11 gli articoli della proposta di legge regionale di iniziativa popolare su “Invecchiamento attivo e Buona Salute”. La raccolta firme che, entro novembre, ha l’obiettivo di portare in Consiglio regionale uno strumento normativo in favore degli anziani e delle famiglie pugliesi. “L’aspettativa di vita dei nostri anziani, negli ultimi 20 anni, è andata aumentando. C’è un problema enorme, tuttavia, sulla qualità della vita degli over 65 anni e sulla difficoltà delle famiglie nel farsi carico dell’assistenza agli anziani non autosufficienti. In che stato di salute psicofisica e in quali condizioni sociali ed economiche si arriva oltre la soglia della cosiddetta “terza età”? Il punto è proprio questo”, ha spiegato Vito Susca, segretario regionale Spi Cgil Puglia. La proposta di legge mette al centro la prevenzione, la cura e tutela della salute, l’uscita dalla “morte sociale” attraverso la formazione permanente, l’accesso facilitato e incentivato a eventi musicali, teatrali, cinematografici e artistici, la fruibilità e la vicinanza dei servizi sociosanitari, la necessità di favorire un ruolo attivo degli anziani in buona salute nelle attività di promozione e turismo sociale, sport, tempo libero, impegno civile. Circa 870mila over 65enni in Puglia, oltre 180mila in provincia di Foggia: un “esercito” pacifico, àncora di salvezza per migliaia di giovani famiglie, risorsa strategica inutilizzata e trattata come un problema invece di essere considerata una opportunità. Alla raccolta firme, che è già cominciata su tutto il territorio regionale, hanno aderito anche Auser, Anteas, Ada, Centro di Servizi al Volontariato San Nicola, Csvnet e Forum del Terzo Settore.

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