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Foggia e il digitale: come si trasformano le abitudini dei giovani tra social, studio e svago

Chi osserva i giovani foggiani nei loro spostamenti quotidiani — davanti alle scuole, nelle piazze, sugli autobus, nei bar — nota un movimento costante che non riguarda solo i luoghi, ma gli schermi. C’è un modo di attraversare il digitale che non appare mai definitivo: un passaggio continuo tra social, ricerche veloci, messaggi, video brevi, playlist, gruppi, chat scolastiche, contenuti di svago, micro-approfondimenti, strumenti di studio, come se ognuno di questi elementi fosse parte di un unico flusso.

È un comportamento che non nasce da un bisogno specifico, ma dalla familiarità con un ambiente che accompagna la giornata in modo quasi automatico.

Lo smartphone come estensione del ritmo urbano

Le città medie come Foggia offrono un panorama particolare: abbastanza grandi da generare stimoli continui, ma abbastanza piccole da lasciare spazio a tempi morti ricorrenti.
Ed è proprio in quei tempi morti — l’attesa del bus, la pausa tra una lezione e l’altra, il tragitto verso la palestra — che si concentrano molte delle attività digitali dei giovani.

Consultano informazioni scolastiche, raccolgono materiali per progetti, rispondono a conversazioni avviate ore prima, rivedono video spiegazioni, verificano orari, confrontano prezzi, cercano un evento serale.
A volte aprono contenuti che durano pochi secondi, altre volte si soffermano su discussioni più lunghe, altre ancora entrano e escono da app differenti senza un vero motivo.

Ed è in questa dinamica, di entrate e uscite rapide, che gli analisti collocano anche l’utilizzo di servizi di intrattenimento istantaneo, spesso citati negli studi come esempio di micro-fruizione. Tra questi, talvolta compare anche NetBet che rappresenta uno dei tanti contenuti brevi consultati nei momenti sospesi della giornata.
Il punto è il ritmo degli studenti, non la piattaforma: un ritmo fatto di salti continui tra contesti diversi.

La costruzione di un tempo libero frammentato

Il tempo libero dei giovani foggiani non è compatto: è un insieme di spazi corti che cambiano forma a seconda di cosa accade attorno.
Il pomeriggio può iniziare con una sessione di studio, essere interrotto da un messaggio in un gruppo classe, proseguire con un breve aggiornamento di cronaca locale, virare su un video di intrattenimento, tornare a un esercizio di matematica pescato su un tutorial, passare a una playlist che accompagna il tragitto verso casa.

Non si tratta di disattenzione: è un modo diverso di organizzare la propria giornata, fatto di livelli sovrapposti.
La scuola, il tempo libero, lo smartphone, le relazioni: tutto convive senza confini rigidi.

Le ricerche mostrano come questi passaggi frequenti non generino necessariamente dispersione; al contrario, sembrano favorire una sorta di prontezza informativa, una capacità di spostarsi da un registro all’altro con rapidità.
Un allenamento inconsapevole che modella la percezione stessa del tempo.

La socialità che si costruisce negli interstizi

Una parte significativa della vita sociale dei giovani si svolge in piccole porzioni di tempo, lontano dagli spazi fisici tradizionali.
Non è la socialità esplicita dei grandi eventi, ma quella che nasce nei messaggi privati, nelle reaction, nei commenti a un video, nelle foto inviate in un gruppo di amici.
È una socialità che vive di assenza e presenza alternate, di silenzi improvvisi seguiti da conversazioni rapide.

Le relazioni si costruiscono attraverso contenuti minimi: un meme condiviso, una clip registrata di fretta, una risposta ironica lasciata sotto un post.
È un linguaggio discontinuo, più vicino al ritmo del web che a quello del discorso tradizionale.

E forse è proprio in questa frammentazione — piena di parentesi, deviazioni, rientri — che si intravede il modo in cui cresceranno le generazioni digitali della città: non attraverso grandi dichiarazioni, ma attraverso una serie di piccoli gesti, disseminati ovunque nella giornata, che definiscono chi sono e come si muovono nel mondo.

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