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Che cos’è l’e-tennis e come funziona?

e-tennis

Negli ultimi anni, complice anche la pandemia Covid-19 in corso, gran parte delle attività del mondo reale sono emigrate in quello virtuale, o meglio si sono “sdoppiate”. Il digitale non è solo una trasposizione su schermo di eventi e impegni, ma un modo di esprimersi, di interagire, di lavorare e anche di vivere la propria socialità e quotidianità. Insomma, è un mondo nel mondo, un parallelismo che vive di vita propria ed evolve rapidamente. È un’occasione in più, una possibilità in più, che non vuol dire rinunciare al reale a favore del virtuale o viceversa perché non è affatto necessario dover scegliere.

Oggi che le abitudini sono cambiate, e continuano a cambiare, assistiamo ad un’altra svolta che trasferisce gli sport dal campo sul quale si disputano alle piattaforme digitali. Tra questi sport, anzi e-sport, l’e-tennis attira l’attenzione di molti tifosi e, contrariamente allo sport in presenza, al tennis tradizionale, sono i giovani ad esserne affascinati. Lo dimostra anche lo sbarco di powbet in Italia, piattaforma di e-sport, che ha subito dedicato molta attenzione al boom e-tennis.

Vediamo più da vicino di cosa si tratta e perché il pubblico interessato all’e-tennis è così diverso da quello del tennis, pur trattandosi della medesima disciplina.

Tennis e e-tennis, differenze

L’e-tennis si gioca online, su piattaforma digitale di entertainment. Su tale piattaforma, ogni funzione, movimento, punto, set, è determinato da una matrice informatica che, attraverso l’elaborazione di dati previsionali e statici, realizza la simulazione delle partite in modo imparziale, affidabile e imprevedibile. In questa maniera garantisce la correttezza dei risultati dei match perché tutto dipende da una serie di algoritmi che non subiscono alterazioni esterne.

Gli incontri – i match appunto – sono simulazioni assimilabili all’esperienza che si può vivere tramite un videogame e proprio questa similitudine attrae il popolo dei gamer. Ogni partita è realizzata in maniera realistica, adrenalinica, con un forte impatto emozionale dovuto, in parte, alle tempistiche del gioco, decisamente opposte a quelle del tennis tradizionale. Quest’ultimo, infatti, si disputa con una certa lentezza. Le competizioni durano diversi giorni e, per assistere ad una finale, ad un campionato intero, al prosieguo di un incontro, possono volerci settimane intere. La pazienza e la costanza dei tifosi sono d’obbligo.

tennis-virtuale

Non è il caso per gli e-tifosi che, davanti al device di un computer, assistono ad incontri molto rapidi, della durata di uno o due minuti, al massimo. Tutto è celere, scattante, un “mordi e fuggi” mozzafiato che permette di seguire quante partite si desidera, senza sosta. Una passione da soddisfare in tempo reale e priva di attese. I tifosi hanno la possibilità di scegliere le competizioni da seguire attraverso un calendario di eventi, sempre fornito e aggiornato. La scelta, quindi è immediata e la partita subito godibile.

Le differenze di fruizione tra le due modalità del medesimo sport sono così nette da poter considerare il tennis e l’e-tennis attività con ben poco in comune.

Match “mordi e fuggi” per il pubblico under 35

In virtù del rapporto tra e-tennis e tempistiche di gioco e al modo in cui sono proposte le partite, questo sport si rivolge soprattutto a giovani e giovanissimi, ai nativi digitali. Sono loro, infatti, ad essere del tutto affrancanti dal gap dualistico realtà-digital che sembra, invece bloccare la generazione over 50, fedele al tennis in presenza.

Gli under 35 vivono in maniera fisiologica, normale, fluida, il rapporto con la realtà aumentata, con il virtuale, trattandosi, per loro, di un naturale prosieguo della propria esistenza. La facilità con cui possono partecipare a numerosi incontri risponde alle modalità di approccio che hanno nei confronti di qualsiasi avvenimento digitale.

Il nuovo target degli e-sport sta trainando a grandi passi l’e-tennis nell’era del “direct to consumer” dove la selezione del contenuto non risulta più passiva rispetto al pubblico, anzi. È proprio il pubblico, infatti, a decidere ciò a cui è interessato, quali stimoli assecondare, grazie alla incredibile varietà di scelta e alla facilità con cui può operarla o variarla.

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