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Orsara, il Sacro Cuore non smette di ricordare

Sacro Cuore studentiOrsara, il Sacro Cuore non smette di ricordare

Lavoro eccellente dell’istituto scolastico orsarese nell’ambito della “Giornata della Memoria”

ORSARA DI PUGLIA (Fg) – E’ un bilancio più che positivo quello della “Giornata della Memoria” che ha impegnato gli studenti della Scuola ”Sacro Cuore”, primaria e secondaria di 1°grado, di Orsara di Puglia. Un impegno che si è sviluppato lungo tutto l’arco del mese di gennaio fino alla manifestazione del 27 gennaio. Non una sola giornata, ma tante iniziative volte a comprendere la tragedia e i significati dell’Olocausto. Alla celebrazione sono intervenuti l’assessore comunale Manlio Anzivino, le classi dirette dalle docenti Bruna Bruno, Maria Corvino e Maria Stranieri. “E’ sempre importate ricordare”, hanno spiegato le docenti ai loro alunni. Gli studenti, dopo aver studiato e affrontato l’argomento della Shoah, hanno preparato cartelloni e slide con cui hanno illustrato importanti momenti della deportazionedegli ebrei e della vita nei lager”. Ragazze e ragazzi hanno recitato poesie, raccontato le testimonianze dei sopravvissuti, interpretando canti ed esprimendo riflessioni personali sull’attualità. Considerando gli ultimi attentati avvenuti in Francia, i ragazzi hanno maturato una riflessione su quanto accaduto 70 anni fa anche alla luce dei nuovi fenomeni di intolleranza e antisemitismo che continuano purtroppo a causare morte e distruzione. La docente Maria Stranieri è intervenuta raccontando le vicende di suo padre, Rocco Stranieri (classe 1921), reduce della seconda guerra mondiale. Egli fu preso prigioniero dai tedeschi sulle montagne del Montenegro (ex Jugoslavia) e deportato in Germania nel campo di concentramento di Essen, dove rimase per più di due anni. Rocco Stranieri, fin quando è vissuto, ha sempre partecipato alla “Giornata della Memoria” organizzata dal “Sacro Cuore” per raccontare ai ragazzi come si svolgeva la vita nei campi di concentramento e rispondere alle loro domande. Ripeteva sempre che “tutto ciò che si vede nei film, nei documentari televisivi o è riportato sui libri e giornali riguardo la Shoah è successo davvero, l’ho vissuto in prima persona. Insieme ad altri prigionieri stavo in una delle tante baracche di legno, indossavo la divisa a righe e ho subito le stesse repressioni e maltrattamenti degli ebrei. Però, poiché ero un prigioniero di guerra italiano, i tedeschi non potevano mandarmi nelle camere a gas e nei forni crematori. Molti miei compagni sono morti di stenti e di fame, io sono sopravvissuto per miracolo ma, al momento della liberazione pesavo solo 35 chili e, a stento, mi reggevo in piedi. Spero che tutto questo non succeda mai più”. L’assessore Anzivino e il viceparroco Don Stefano sono intervenuti dicendo che gli educatori devono aiutare le nuove generazioni a recidere le radici del pregiudizio, dell’intolleranza, e a coltivare semi di pace.

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