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A Foggia questa stamattina sarà interrogato Yusif Salia, per la morte di Desirée Mariottini si indaga sull’amica che poteva salvarla

Oggi la polizia interrogherà a Foggia, uno degli stupratori di Yusif Salia, le indagini stanno andando avanti in modo veloce, in più si è anche saputo che la morte di questa povera ragazza, si poteva evitare, in quando al momento della violenza sul corpo della studentessa, vi erano presenti dieci persone che potevano intervenire per scansare questa tragedia.

Desirée Mariottini è morta a 16 anni in quella notte infinita di terrore

Desirée Mariottini è morta a 16 anni tra l’impassibilità di tutti i presenti di quella notte infinita, … Desirée è stata stuprata per poi farla morire. In quella drammatica notte fra il 18 e il 19 ottobre 2018, perlomeno dieci individui erano con lei, oltre i suoi stupratori, i quali hanno drogata Desirée per poi a turno possedere il suo corpo in modo brutale.

Abusata per poi lasciarla morire, ostacolando anche chi voleva chiamare gli aiuti. Vi erano anche certe ragazze, Antonella, Narcisa, Muriel, Noemi, Giovanna, e i suoi nuovi amici Alexander e Nasco.

«Sta t… di m…», avrebbe detto l’amica Muriel, dopo avere favorito il branco nel muovere corpo nudo della 16enne. Nel obiettare il racconto di Muriel è Giovanna, altra “amica” della vittima.

Nei giorni prossimi il pm prevedono la registrazione sul registro degli indagati di altre persone, per mancanza di soccorso, e per complicità in omicidio. I verbali di tutti le persone finora individuati, sono agli atti dell’indagine del pm Stefano Pizza.

Nel frattempo, oggi vi sarà l’interrogato a Foggia di Yusif Salia, il quarto partecipante del branco arrestato per assassinio e violenza carnale di gruppo. Gli altri tre, Brian Minthe, Mamadou Gara, e Chima Alinno si trovano nel carcere di Regina Coeli.

Giovanna una delle amiche di Desirée

«Ho conosciuto Desirée una decina di giorni fa, la mia coinquilina l’ha accompagnata per la prima volta in via dei Lucani – dichiara Giovanna agli agenti della polizia, quando l’ascoltano il 22 ottobre – ho cercato di dissuadere, ad andare in quel posto, poiché era pericoloso, soprattutto per una non africana o “bianca”».

Giovanna chiarisce che «Ibrahim – ossia Brian Minthe, ndr – più volte mi ha chiesto di avere dei rapporti con lui, ma non ho mai accettato. Non escludo che possano avere avuto dei rapporti con lei anche post morte». Giovanna indica Muriel, 35 anni, nata in Congo, la quale sarebbe stata presente tutta la serata per poi spostare il corpo senza vita della ragazza e rivestito.

«All’1,30 sono tornata e ho trovato Muriel che inveiva contro Desirée gridando: “Sta t… di m… è andata a fare i p… per un tiro”, per poi salutarmi come se nulla fosse». Ma ecco che la ragazzina violentata emette il suo ultimo respiro, e continua nel dire:

«Yusif piangendo diceva che era morta… ho provato a farle un massaggio cardiaco… gridavo di chiamare un’ambulanza e Sisco, rivolgendosi a Ibrahim ha detto: “Te l’avevo detto di lasciarla lì nel container, perché l’hai portata qui!”».

Ma tutte queste parole vengono stravolte da Muriel il quale racconta la sua versione dei fatti, dicendo agli inquirenti, cose totalmente diverse, in quanto dichiara alla polizia di esserne andata da via dei Lucani alle 20,25. «L’ho spostata su un materasso… in quel momento non mi sono resa conto che fosse in pericolo di vita… le ho dato acqua e zucchero… alle 20,25 mi sono allontanata». Per poi affermare che è stata lei, dopo le 3 di notte, nel chiamare i soccorsi da un telefono pubblico.

Nasko nella notti di stupro era il palo

Nasko un altro componente che stava quella notte presente dichiara che, mentre Desirée era violentata più volte all’interno del container, lui stava in strada nel fare il palo: «Mi ha detto di non entrare, usciva Yusif e vedevo che dentro c’era un altro sdraiato». «Yusif l’ha portata dentro un container – dice invece Alexander – l’ho visto fare sesso con lei, c’era anche Paco – è il soprannome di Mamadou, ndr – mi sono addormentato. Ma finita la violenza nel container, ho esortato tutti a chiamare l’ambulanza, ma Yusif mi bloccava dicendo che stava bene, non insistevo per perché avevo paura che mi picchiasse». Verso le 3, dopo la morte, «Ibrahim, Sisco, Muriel, Giovanna e io, ci allontanavamo temendo che la polizia ci ritenesse tutti responsabili».

La denuncia del giorno dopo non ascoltata

Dai verbali viene a galla che il giorno dopo dello stupro, un nordafricano era andato in commissariato per riferire quello che aveva visto, ma nessuno gli avrebbe creduto: «Mi ha detto che lo avevano mandato via dicendo che era in stato di ebbrezza», ha detto un altro testimone.

Desirée Mariottini si drogava?

La famiglia di Desirée Mariottini non ha mai avuto sospetti che la ragazzina si drogava? Oppure la ragazza non faceva uso di queste droghe? Non sappiamo dare ancora delle risposte per queste domande, vi aggiorneremo nei prossimi articoli con dati precisi.

Una cosa che è sicura, Desirée Mariottini aveva cominciato nel frequentare lo stabile abbandonato in via Dei Lucani, nel zona di San Lorenzo, da un mese, mentre da due settimane, andava in questo posto tutti i giorni, quale sarà stato il motivo?

 

 

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