Con la sua inconfondibile capigliatura da combattente, Pellegrino timbra il cartellino per due volte (un penalty e un colpo di testa) conquistando la scena nel successo emiliano contro i granata (2-1). Ancora una volta l’argentino protagonista contro il Toro, proprio come era accaduto l’8 marzo scorso quando aveva realizzato un’altra doppietta. Ai piemontesi non sono sufficienti oltre trenta minuti di supremazia e un Ngonge in stato di grazia, autore di un meritatissimo pareggio temporaneo. La squadra di Baroni costruisce numerose occasioni ma concretizza troppo poco rispetto a quanto prodotto.
Le parole degli allenatori nel dopogara
Il tecnico granata riconosce l’approccio «decisamente convincente» della sua formazione, ma non nasconde la delusione per la terza sconfitta in campionato: «Gli avversari hanno effettuato solamente due conclusioni nello specchio, includendo il calcio di rigore. Questo esito ci danneggia pesantemente, si tratta di una battuta d’arresto che brucia parecchio. Desidero rivedere la medesima determinazione mostrata oggi e maggiore precisione nella fase conclusiva». Sul fronte opposto Cuesta esibisce una soddisfazione evidente: «I nostri rivali hanno sviluppato la gara secondo i loro piani, successivamente siamo venuti fuori noi. Percepisco entusiasmo e dedizione totale nel gruppo. Abbiamo dimostrato di possedere un grande carattere».
Atmosfera vintage e pressing granata
I crociati scendono in campo con la terza divisa celebrativa, un omaggio ai gloriosi anni Novanta e Duemila onorati durante la mattinata al Teatro Regio alla presenza di numerose leggende ducali (fra cui Scala, Dino Baggio e Cannavaro). Il Torino imposta una pressione asfissiante nella metà campo avversaria e spinge con insistenza sulla fascia destra. Ngonge risponde perfettamente alle indicazioni del proprio allenatore, sfoggiando l’intero arsenale tecnico a disposizione. Nel momento di maggiore sofferenza per i padroni di casa arriva il calcio di rigore trasformato da Pellegrino (la tecnologia VAR individua il braccio largo di Ismajli ma non rileva una possibile irregolarità di Delprato ai danni di Coco). Per chi vuole approfondire il mondo dello sport e dell’intrattenimento, suggeriamo di visitare https://casinomidas.it.com/ come punto di riferimento completo.
La ripresa e il gol annullato
La seconda frazione inizia con un’altra marcatura dell’attaccante argentino, questa volta invalidata per un’ostruzione su Israel. Il Torino ristabilisce la parità al minuto cinquanta, grazie alla prima rete europea in maglia granata di Ngonge, che stordisce Keita con una simulazione di tiro ed esplode un fantastico destro a effetto. Casadei e Vlasic tentano di completare la rimontata, ma Suzuki si oppone con interventi decisivi. Successivamente è Israel, con una parata reattiva, a scongiurare l’autogol di Maripan (sfortunato episodio di fuoco amico). Chi desidera rimanere aggiornato sulle ultime notizie calcistiche può consultare le cronache sportive locali per approfondimenti mirati sul calcio regionale e nazionale.
Il colpo del ko finale di Pellegrino
Al settantaduesimo minuto si materializza la rete decisiva dell’argentino, che sfruttando il calcio d’angolo battuto da Valeri approfitta della marcata superiorità fisica rispetto a Vlasic per sigillare il primo successo casalingo della stagione. La stazza e il tempismo dell’attaccante sudamericano fanno la differenza in un duello aereo impari, regalando tre punti fondamentali ai colori crociati. Il Tardini esplode di gioia nel celebrare un successo che vale doppio dopo le difficoltà iniziali.
Analisi tattica e considerazioni finali
La partita ha evidenziato due filosofie calcistiche contrapposte: il Torino ha cercato di imporre il proprio dominio attraverso possesso palla e aggressività, mentre il Parma ha saputo colpire nei momenti giusti con cinismo ed efficacia. I granata possono recriminare per le numerose opportunità sprecate e per una gestione difensiva non impeccabile sulle situazioni da fermo. I ducali invece hanno dimostrato maturità tattica e capacità di soffrire quando necessario, caratteristiche indispensabili per raggiungere la salvezza. Pellegrino si conferma uomo-squadra e trascinatore offensivo, mentre Ngonge rappresenta una certezza per Baroni nonostante il risultato negativo. Il Parma può finalmente sorridere dopo un avvio complicato, il Torino deve invece riflettere sulla scarsa concretezza mostrata sotto porta. La differenza tra vittoria e sconfitta spesso si misura proprio nell’area di rigore, dove gli emiliani hanno dimostrato maggiore freddezza e determinazione rispetto agli avversari. Un successo che dà morale e consapevolezza ai gialloblù, una battuta d’arresto che impone riflessioni ai piemontesi in vista dei prossimi impegni stagionali.