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Roseto (Fg), tante storie nella rappresentazione del Venerdì Santo

La banda del paese, Leonard Falcone e il Presidente degli Stati Uniti, l’inno del 1882

L’arte della cartapesta e quella delle statue in conocchia, il grande catafalco

ROSETO VALFORTORE (FG) – In pochi sanno che la Banda del Presidente degli Stati Uniti, quella che un tempo accompagnava l’uomo più potente del mondo nelle sue apparizioni pubbliche per le grandi occasioni, è stata fondata a partire da un nucleo di musicisti della vecchia Banda di Roseto. Il rosetano Leonard Falcone, fondatore del complesso bandistico rosetano, ebbe l’onore di suonare nella banda musicale degli Stati Uniti d’America. C’è anche questo pezzo di storia nella Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo che, a Roseto Valfortore, si terrà per la 172esima volta. Si, perché sarà proprio la banda musicale di Roseto Valfortore ad aprire la manifestazione con l’inno che il maestro Donatelli compose nel 1882, un’opera intitolata “E’ morto il Re dei Re” che il complesso bandistico rosetano esegue da 134 anni solo e soltanto in questa occasione.

LA PROCESSIONE DEI BAMBINI. Venerdì 25 marzo, dalle 9.30, si terrà la rappresentazione vivente del martirio di Gesù. Vi parteciperà tutto il paese, come da tradizione, con la processione cui prendono parte più di 50 figuranti, 13 soldati romani a cavallo e tanti bambini: il ruolo dei più piccoli, in questa particolare e sentitissima ricorrenza, è infatti molto importante.

In processione, vestiti di bianco, i bambini portano i simboli della Passione di Cristo: il gallo, i chiodi, il calice, le scalette e altri emblemi della Via Crucis. Giunti sul calvario, gli stessi bambini indossano una fascia nera, mentre le Marie si velano il capo in segno di lutto aprendo la scena alla Pietà. Imponente e suggestiva è la rappresentazione della sepoltura del Cristo, con un catafalco alto 5 metri, portato a spalla da 12 persone, alla cui sommità alcuni bambini molto piccoli interpretano il ruolo degli angioletti.

LA SACRA RAPPRESENTAZIONE. Il Venerdì Santo di Roseto Valfortore è uno degli eventi religiosi più particolari e suggestivi del Mezzogiorno d’Italia. La Sacra rappresentazione fu istituita nel 1844 dalla Congrega del Carmine, grazie alla volontà e all’impegno di Vito Capobianco, il capostipite di una famiglia che ancora oggi, pur vivendo da molte generazioni a Napoli, continua a partecipare ogni anno ai riti della Pasqua rosetana. La processione del Venerdì Santo, a Roseto Valfortore, ha diverse particolarità. Pur essendo una rappresentazione vivente, con la partecipazione di oltre 50 figuranti, la tradizione locale vuole che Gesù, la Madonna e San Giovanni non siano interpretati da persone e che per le strade sfilino le loro statue: di cartapesta, nel caso del Cristo, mentre le icone della Vergine e quella del Santo sono il frutto dell’antica arte napoletana delle statue in conocchia.

A Roseto la processione dei due mondi: in paese da Usa e Canada

Nel borgo, il 25 marzo, torneranno a unirsi la comunità locale e quella degli emigranti

Il sacrificio di Gesù, la speranza nei volti dei bambini-angioletti sul grande catafalco

ROSETO VALFORTORE (FG) – Sono due, nel mondo, i paesi dei rosetani: il primo si trova sui Monti Dauni, a trenta chilometri da Foggia, e si chiama Roseto Valfortore; il secondo, fondato nel 1912 da emigranti del piccolo borgo foggiano, è negli Stati Uniti d’America, e si chiama Roseto Pennsylvania. Le due comunità, già unite dalla storia, sono diventate “gemelle” anche formalmente. La Regione Puglia, infatti, qualche anno fa ha approvato il finanziamento del progetto di gemellaggio presentato dal Comune di Roseto Valfortore. I rosetani d’Italia e quelli d’oltreoceano, da allora, hanno uno strumento in più per riallacciare stabilmente i rapporti tra loro.

La storia di Roseto Pennsylvania, in realtà, comincia ben prima dell’anno in cui è stato fondato il villaggio. E’ il 1882 quando 11 rosetani si imbarcano per arrivare a New York dopo un viaggio di 45 giorni. Trovano lavoro come operai in una cava. Il loro ingaggio è di venti centesimi l’ora. I primi tempi sono durissimi per i nostri 11. Dormono in capanne e pollai o riparati sotto le tettoie. La loro esperienza apre la strada ad altri emigranti che giungono sempre più numerosi da Roseto Valfortore. Lavorano, spendono il minimo per sopravvivere, fanno arrivare dall’Italia i familiari e cominciano a pensare di stabilirsi negli Stati Uniti per la vita.

I FONDATORI DI ROSETO PENNSYLVANIA. I primi a comperare lotti di suolo edificabile sono in tre, indicati come i fondatori di Roseto Pennsylvania: Nicola Rosato, Lorenzo Falcone e Giovanni Policelli. Vogliono dare un nome al villaggio che va nascendo: dapprima pensano a “Immacolatella”, dal nome del quartiere napoletano che li ha accolti prima della partenza per gli Usa; poi a “Nuova Italia” e infine decidono che quel gruppo di case avrà il nome di Roseto.

I rosetani continuano ad arrivare. Nel 1891, dodici di loro s’imbarcano su una nave che affonda nello Stretto di Gibilterra: nella tragedia, perdono la vita 565 degli 800 passeggeri: solo quattro emigranti di Roseto riescono a salvarsi.

Il flusso inarrestabile verso gli Stati Uniti continua, la comunità dei rosetani d’America diventa più numerosa, e a Roseto Pennsylvania gli emigrati aprono negozi, botteghe sartoriali, saloni da barbiere, portano le loro tradizioni e ricorrenze. Tra il 1891 e il 1894 nasce anche il primo gruppo bandistico diretto dal maestro Filippo Carrescia e battezzato “Roseto Cornet Band”.

Negli Stati Uniti e in Canada, col passare degli anni, la presenza dei rosetani è andata ramificandosi in diverse aree geografiche. A Toronto si calcola siano non meno di 4mila le donne e gli uomini con origini di Roseto Valfortore. In pochi sanno che la Banda del Presidente degli Stati Uniti, quella che accompagna trionfalmente l’uomo più potende del mondo nelle sue apparizioni pubbliche per le grandi occasioni, è stata fondata a partire da un nucleo di musicisti della vecchia Banda di Roseto. Fondare una città americana e dar vita alla Banda più famosa del mondo: niente male per un paesino che oggi conta poco più di 1000 abitanti. Anche per questo motivo domani, venerdì 25 marzo 2016, saranno molti gli emigranti rosetani che torneranno nel loro paese d’origine. La Sacra Rappresentazione, infatti, è una delle ricorrenze che racchiudono più elementi dell’identità storica e culturale di Roseto Valfortore.

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