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PARCHI EOLICI ONSHORE IN CAPITANATA Lettera aperta di denuncia

BOVINO Eolico onshore

Pubblico esproprio per privati interessi

Michele Dota

Mi giunge casualmente notizia di un nuovo Parco Eolico che interessa il territorio di
Bovino.
Provo a verificare l’informazione su internet digitando sul motore di ricerca Google “Bovino eolico”. Il primo risultato è il link al Ministero dell’Ambiente – Valutazioni Ambientali.
Cliccando scopro che effettivamente c’è un progetto di realizzazione di un Parco eolico della potenza di 33,6 MW che non solo interessa Bovino alle contrade1”Serrone e San
Lorenzo”, ma, ahimè, ben 2 aerogeneratori degli 8 previsti ricadono proprio su terreni di proprietà di famiglia a San Lorenzo.
Sbigottimento e imprecazioni! Possibile che non ne sapessimo nulla!!!
Nessun dubbio! Ho letto bene: è in atto una procedura di VIA di livello nazionale,avviata il 17/11/2017, per la quale si sono già interrotti i tempi per muovere osservazioni e/o controdeduzioni (scadenza 18/02/2018).
Approfondisco cliccando sull’icona “documentazione” in basso a destra. Il progetto è promosso dalla Renvico Italy s.r.l. con sede in Milano. Prevede la realizzazione di 8 aerogeneratori alti 166 metri con diametro del rotore di 150 m uno dei quali a pochissima distanza dalla masseria.
Aereogeneratori mastodontici da 4,2 MW, in grado, ciascuno, di soddisfare il fabbisogno di 4.000 utenze domestiche.
1 Il collegamento al sito del Min. Ambiente
Gli interessati possono conoscere l’esatta ubicazione degli aerogeneratori cliccando sull’immagine della cartografia in basso a destra ed aspettare che si carichi il Mapviewer. Tutta la documentazione progettuale è accessibile cliccando sull’icona documenti.
Non taccio che la cosa ben più grave è che come cittadini, oltre che diretti interessati, non abbiamo ricevuto alcuna informazione in merito, da parte di nessuno.
Possibile che del Mega Progetto non si sapesse nulla?
Si è davvero così miopi nel non vedere che si tratta di questioni di interesse collettivo? Nel non capire che anche i cittadini hanno il sacrosanto diritto di sapere e di poter esprimere la propria opinione?
Abbiamo visto il territorio dei Monti Dauni ferito, depredato, umiliato; senza alcuna compensazione, senza alcun vantaggio tangibile per i cittadini e per le comunità, che,legittimamente sentono come propria la risorsa vento che appartiene anch’esso alla terra in cui si è nati, si lavora, si vive.
Limitatissimi i benefici che si sono sostanziati nel ricorso, non sempre garantito, a imprese e a manodopera locale per la realizzazione delle parti più convenzionali degli impianti (tipicamente le opere civili); nella manutenzione ordinaria e nella sorveglianza; in qualche
“lascito” infrastrutturale (a volte miglioramenti della viabilità, molte più volte peggioramenti
della stessa).
Peraltro, a dispetto degli accordi, i gestori dei Parchi Eolici realizzati non pagano più alcuna royalities.
E che dire dell’ingiustizia dei fitti riconosciuti ai proprietari dei terreni interessati dalle installazioni? Provate a vestire i panni del contadino del fondo confinante, al cui margine,per evitare di “spezzare” il campo, si è collocata la torre eolica e che non ne riceve alcun beneficio, foss’anche un simbolico sconto in bolletta.
Davvero è giusto l’adagio che se qualcuno ride qualcun altro deve necessariamente
piangere?Situazioni che acuiscono la conflittualità sociale, che premiano lo spirito individualistico,che minano il clima di fiducia, di collaborazione oltre che la capacità di fare sistema.
Elementi tutti che, al contrario, rappresentano quel capitale sociale indispensabile per il riscatto morale ed economico delle nostre aree interne, che peraltro, hanno un PIL tra i più bassi d’Italia.
Di fronte all’attacco dell’eolico mi convinco sempre più che siamo considerati “Africani”,che siamo tornati agli anni dell’Unità d’Italia e che il nostro territorio, a cui si sta negando ogni speranza di futuro, continua ad essere soggiogato da interessi speculativi di pochi e da
logiche di mera spartizione del potere…
Torniamo alla Renvico Italy s.r.l. perché scopro, sempre su internet, che nelle immediate vicinanze del Parco eolico di Bovino la stessa Società ha in atto due procedure di VIA (questa volta a livello provinciale in Commissione VIA Provincia di Foggia) l’una per 7 aereogeneratori con potenza pari a 29,4 MW in territorio di Orsara di Puglia2, località “Magliano”; l’altra per 6 aereogeneratori (25,2 MW complessivi) nel territorio di Troia3
2 Per le specifiche dell’impianto di Orsara di Puglia località Magliano
3 Per l’Impianto di Troia località Cancarro.
Alla località “Cancarro” ove si trova la sottostazione elettrica di consegna alla rete TERNA, cui peraltro afferiscono anche altri impianti eolici minori.
La Renvico Italy s.r.l. sta così, di fatto, cercando di realizzare un unico Parco Eolico con 21 aerogeneratori che si sviluppano sul territorio di 3 Comuni, con una potenza complessiva di circa 88 MW.
C’è da chiedersi come mai ed a quale fine tre diverse procedure autorizzatorie…
Mi dicono, pur con beneficio di inventario, che il costo economico di realizzazione per ciascuna torre è stimabile in 5 milioni di Euro; il ricavo annuale in 2 milioni di Euro,da moltiplicare per i 20 anni di durata degli incentivi statali riconosciuti a chi produce energia da fonte eolica. Incentivi a cui i cittadini contribuiscono con obolo in bolletta.
Al lettore ogni riflessione e commento in merito…
A titolo di cronaca, sempre la Renvico Italy s.r.l. ha in fase autorizzatoria (VIA di livello nazionale) anche il Parco eolico di San Paolo di Civitate4 con 10 aerogeneratori per una potenza complessiva di 42 MW.
Anche un’altra contrada di Bovino, di importante pregio archeologico e che in passato ci ha restituito le preziose Stele Daune, è sotto assedio.
Qui la Winderg Srl (Sede Legale Vimercate -MB) ha progettato la realizzazione del Parco Eolico5 di “Monte Livagni” con 12 aerogeneratori per complessivi 30 MW di potenza.
Il progetto è attualmente in fase di valutazione in “Commissione VIA 6 della Provincia di Foggia”.
Nella medesima area (località: Livagni; Tegole; Carsogni), al confine con Deliceto, sono già stati autorizzati, con iter chiuso positivamente, uno o più progetti per la realizzazione complessiva di 24 aerogeneratori, per un totale di 48 MW, già in parte realizzati nonostante gli straordinari ritrovamenti effettuati in fase di indagine archeologica.
4 Per il Parco Eolico di San Paolo di Civitate
5 Per il Parco Eolico “Monte Livagni” Bovino
6 Per aver contezza delle procedure in fase di autorizzazione provinciale (di difficile reperimento sullo sportello
telematico della Provincia)
Altrettanto difficile, se non impossibile, la localizzazione geografica delle progettualità in atto visto il malfunzionamento dell’interfaccia geografica (provateci pure ma chissà perché non funziona).
L’importanza archeologica dei luoghi è sancita da innumerevoli pubblicazioni di elevato spessore scientifico, facilmente reperibili su internet7 , ed è testimoniata da convegni e conferenze8 tenutesi nella stessa Bovino.
Poco è dato sapere circa le società realizzatrici9 che con ogni probabilità hanno acquisito i titoli abilitativi da società di “sviluppo” e/o da “sviluppatori” locali, che hanno così tradito la propria terra e le proprie radici.
L’ubicazione del Parco già autorizzato si può ricercare consultando il sito SIT 10 della Regione Puglia che riporta geograficamente tutti gli impianti energetici da fonti rinnovabili (eolico, fotovoltaico,biomasse) realizzati e/o autorizzati in Puglia.
Visitando il SIT (Sistema Informativo Territoriale) si consiglia una certa dose di pazienza.
Familiarizzando con il programma si viene di sicuro ripagati dalla scoperta di quanto sia impressionante e drammatica la violenza agita dall’uomo sul territorio e di quanta parte di esso sia stato piegato agli interessi energetici.
Non credo si abbia precisa contezza dei MW complessivamente prodotti in Puglia né si abbia un’anagrafe complessiva ed aggiornata degli impianti.
Riparliamo di Bovino e tiriamo le somme. La situazione, trascurando gli aerogeneratori isolati e/o di piccola taglia ma considerando l’addentellato di Orsara e Troia, pala più pala meno, è la seguente:
Società
Proponente Località Comune n°
Torri Potenza Iter autorizzatorio
Renvico Italy
s.r.l.
Serrone; San Lorenzo BOVINO 8 33,6 MW In istruttoria autorizzativa
VIA Min. Ambiente
Magliano ORSARA 7 29,4 MW In istruttoria autorizzativa
Cancarro TROIA 6 25,2 MW VIA Provincia di Foggia
WindergSrl Livagni; Tegole; Carsogni BOVINO 12 30,0 MW In istruttoria autorizzativa
VIA Provincia di Foggia
Livagni; Tegole; Carsogni BOVINO 24 48,0 MW Approvato
in fase di realizzazione
Totale 53 166
7 Tunzi A.M. et Alii, L’insediamento neo-eneolitico di Tegole (Bovino-Fg), Atti del 32° Convegno Nazionale sulla Preistoria Protostorie – Storia della Daunia A cura di Armando Gravina (novembre 2011)
8 Le colline del vento. La scoperta del grande abitato dell’età del Rame di Tegole (Bovino) – Archeoclub d’Italia Sede
di Bovino (ottobre 2012)
9 Forse le società Vibinum Srl e Bovino Eolico Srl di cui si trova traccia nella scissione dell’Autorizzazione unica dalla Società Avalon Asset L.T.D., con sede legale in Londra, e voltura alla soc. Vibinum Srl che a sua volta cedeva 19
aerogeneratori alla Bovino Eolico Srl. (fonte BURP n 151 del 18 ottobre 2012).
10 SIT Regione Puglia, impianti energetici da fonti rinnovabili.
Si tratta di 53 Torri e 166 MW di potenza tanto da coprire oltre 100.000 utenze domestiche. Parliamo di 320.000 cittadini, calcolati considerando che a ciascuna utenza (da 1,5/Kw) possano corrispondere 3,2 cittadini (padre, madre, e 1,2 figli).
Metà della popolazione residente al 2016 in Provincia di Foggia!
È un dato provocatorio. Il tentativo di immaginare concretamente quanto si produrrebbe in termini energetici se venissero autorizzati e realizzati gli impianti già progettati.
Non oso immaginare, né saprei calcolare, quanto si produrrebbe in termini di profitto.
Qualcuno però potrebbe e dovrebbe dar risposte su quanto già si produce e se davvero è necessario il ricorso a nuovi mostri, che dopo aver distrutto i monti, minacciano i mari.
Ma davvero sono necessarie le Centrali eoliche off-shore di Chieuti (50 torri per 150 MW totali) e quella del Golfo di Manfredonia (65 torri per 195 MW totali).
Sul portale Valutazioni Ambientali VAS – VIA, del Ministero dell’Ambiente sono ben 8 le procedure di valutazione che riguardano la Puglia per 4 Parchi Eolici off-shore e 4 onshore.
Più di tutte le altre Regioni messe insieme!
Tutto un business. Un business unicamente teso al raggiungimento del profitto di pochi,rispetto al quale appare lecito chiedersi che fine hanno fatto le buone intenzioni di valorizzazione del patrimonio ambientale dell’area dei Monti Dauni; che fine ha fatto il Piano d’Azione Locale del Gal Meridaunia; l’ormai dimenticata questione dell’istituzione dell’ area protetta dei Monti Dauni; il potenziamento turistico del territorio; la valorizzazione del sistema agroalimentare impostato soprattutto sulla agricoltura biologica e sulle produzioni tipiche di elevata qualità.
E che fine hanno fatto e faranno le ingenti risorse erogate e da erogare con i fondi comunitari del POR Puglia?
L’unica preoccupazione è stata ed è quella di spendere, di impegnare tutto il possibile senza valutare la coerenza degli interventi con i bisogni del territorio, senza ascoltare le legittime richieste del tessuto socio economico; operando di sovente interventi del tutto inutili se non
controproducenti.
Il tacere su queste questioni, la gestione clientelare del potere, l’insipienza della politica e di alcuni amministratori locali, l’incapacità di fare sistema, non solo non hanno portato alla formazione di un disegno condiviso sul futuro dei Monti Dauni ma ci condannano ad uno
stato di oblio e di indifferenza.
Responsabilità di un mancato governo del territorio che restituisce alle nuove generazioni la sola strada, antica e amara, dell’emigrazione.
Responsabilità che in realtà non ricade solo sugli Amministratori locali, ma che ancor più,quasi un macigno, pesa sulle spalle di quei politici che da Bari e da Roma si arrogano il diritto di decidere del futuro altrui.
Eppoi qualcuno mi spieghi quali siano le logiche delle politiche italiane, per le quali i guadagni vanno ai privati mentre le perdite alla collettività e che sanciscono l’esproprio di pubblica utilità per interessi privati.
“Il paesaggio è una risorsa che si traduce in ricchezza, esprime lo spirito e l’identità del luogo, è l’espressione del genius loci, cioè della storia della trasformazione continua dei segni e dei disegni che la società locale ha impresso su quel tratto di territorio. Esso non è in vendita poiché appartiene a chi nel territorio ci lavora e ci vive”

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