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Cia Puglia: “Calamità sempre più intense, urge attrezzarsi”

Tra Foggia e Manfredonia, danneggiati 500 ettari di campi coltivati a pomodoro

In alcune zone del Barese, danni al 70% delle colture olivicole e dei mandorli

Pioggia e grandine hanno danneggiato 500 ettari di campi coltivati a pomodoro. La zona più colpita è quella tra Foggia e Manfredonia, tra le borgate di Mezzanoe, Tavernola, Tressanti e Cervaro. Per tre giorni la raccolta si è fermata, aggravando di fatto la crisi che già attanaglia il settore. Danni anche al 70% delle colture olivicole e dei mandorli: sono ingenti i danni provocati da pioggia e grandine che hanno colpito con violenza la provincia di Bari, in particolare le zone di Palo del Colle, Terlizzi, Grumo Appula, Toritto e Ruvo. In alcune aree dei comuni menzionati, sono andati distrutti o gravemente danneggiati quasi il 70% delle colture in fase di maturazione. Nei casi più gravi, i chicchi di ghiaccio hanno causato lesioni anche agli alberi, circostanza che creerà danni anche alle produzioni dei prossimi anni per l’insorgenza di fitopatie attraverso le ferite provocate dall’impatto del ghiaccio. E’ stata colpita dalle grandinate anche la zona di Acquaviva, Casamassima, Monopoli e Castellana. Nelle aree di Acquaviva e Casamassima, in diverse aziende agricole, anche le reti poste a protezione dei vigneti di uva da tavola sono state travolte dalla furia del vento e dal violento impatto della grandine. “I cambiamenti climatici e la violenza dei fenomeni atmosferici stanno avendo un impatto devastante sull’agricoltura pugliese”, ha dichiarato Raffaele Carrabba, presidente regionale di CIA-Agricoltori Italiani della Puglia. “Ormai i casi si ripetono con una frequenza nettamente superiore a quella riscontrata soltanto qualche anno fa. Non si tratta più di eventi sporadici, ma di calamità caratterizzate da una periodicità sempre più stretta”. Negli ultimi mesi, CIA-Agricoltori Italiani, in Puglia e in tutta Italia, ha rimarcato in più di un’occasione, purtroppo, come per gli agricoltori sia aumentato in modo esponenziale il rischio d’impresa legato alla possibilità di perdere in parte o in tutto il raccolto, il lavoro e il reddito di intere stagioni. Ecco perché l’organizzazione presieduta a livello nazionale da Dino Scanavino torna a ribadire che, se i rischi aumentano, anche l’apparato normativo che regola assicurazioni e risarcimenti deve rispondere in modo più adeguato ai cambiamenti climatici in atto. Negli ultimi mesi, tutti i territori della Puglia sono stati colpiti da gelate, grandinate, alluvioni. Dal nord della regione, con i fenomeni che hanno investito soprattutto l’area dell’Appennino Dauno, fino all’estremità più a sud. Prima delle grandinate che hanno interessato il Barese e la Capitanata, il maltempo aveva già devastato coltivazioni e creato danni per centinaia di milioni di euro nelle zone di Lesina, a Turi e in tutto il Nord Barese, così come nel Salento e nell’area di Taranto. Quella che un tempo era l’eccezione, oggi è diventata la regola. Per questo, come ha più volte ribadito Dino Scanavino, presidente nazionale di CIA-Agricoltori Italiani, è sempre più necessario rafforzare e rendere tempestivi sia gli interventi in caso di crisi sia gli strumenti di gestione del rischio, come quelli assicurativi e mutualistici. E’ necessario che le istituzioni, a tutti i livelli, a cominciare da Unione Europea e governo italiano, affrontino strutturalmente la questione assumendo il punto di vista degli agricoltori, vale a dire di quegli operatori economici, sociali e culturali da cui passano gran parte delle possibilità di attuare e programmare azioni a difesa del territorio.



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