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CERIGNOLA: CASARELLA (FI), IL CONGRESSO DEL PD SULLO SFONDO DI QUESTO PIANO DI RIORDINO OSPEDALIERO

CERIGNOLA – “I vertici provinciali del Partito Democratico non usino impropriamente il termine centrodestra, quando parlano di Cerignola. E diano piuttosto spiegazioni sullo scempio che il Pd sta perpetrando ai danni degli ospedali della provincia”. Il coordinatore cittadino di Forza Italia, Gianvito Casarella, replica così all’esternazione di sabato da parte di Raffaele Piemontese e Michele Bordo all’indirizzo di Elena Gentile. L’assessore regionale ed il parlamentare Pd accusavano l’eurodeputato cerignolano di aver fatto ricorso al centrodestra locale in occasione del ballottaggio, per sostenere il candidato poi perdente, Tommaso Sgarro.

IL VERO CENTRODESTRA CERIGNOLANO | “È noto come la compagine a sostegno di Paolo Vitullo, la scorsa primavera, fosse il vero ed unico centrodestra, rinnovato e ripensato – precisa Casarella – . Non altri. Quelli che l’eurodeputato Gentile ha incontrato nella famosa serata dell’Oasi di Claire erano altri ex amministratori che nulla c’entravano con il centrodestra che ha operato la sua battaglia di rinnovamento, alternativo alla sinistra ed al civismo”.

Ma, di fatto, con quell’esternazione del Pd che ha richiamato l’attenzione dell’ex consigliere provinciale forzista, il Partito Democratico pare aver condannato politicamente a morte la Gentile. “Delle beghe interne al partito di Bordo e Piemontese non ci interesserebbe neppure troppo – spiega Casarella – , ma siamo costretti ad occuparcene giacché è chiaro ed evidente come l’intero Piano di riordino ospedaliero sia una resa dei conti interna al Pd e punti a determinare nuovi assetti congressuali”.

IL PIANO TRA DETTO E NON DETTO | Inizialmente il Piano di riordino era stato tenuto top secret dal governatore pugliese e presidente regionale del Pd, Michele Emiliano. Il 29 gennaio il direttore generale Asl Vito Piazzolla era venuto in Consiglio comunale a spiegare la ratio di un provvedimento che veniva definito ragionieristicamente necessario senza possibilità di discrezionalità politica. Poi le prime indiscrezioni, secondo cui, in barba ad ogni logicistica ed ogni logica, gli unici 2 ospedali di I Livello (Cerignola e San Severo) sarebbero stati declassati a strutture di base, Manfredonia avrebbe conservato il suo status di base, Lucera avrebbe chiuso. Quindi, valzer di rassicurazioni, per bocca dei sindaci, all’occorrenza negate e ritrattate da Emiliano. Ancora Consigli comunali in giro per la Capitanata ed una sensazione crescente dell’intimo legame tra il congresso Pd e la questione ospedali.

TRA SAN SEVERO E CERIGNOLA, SPUNTA MANFREDONIA | Quando la politica si credeva dovesse sottacere solo a formule matematiche imposte dalle normative, ecco l’assessore regionale (foggiano) Leo Di Gioia affermare che ci sarebbe “posto per un solo ospedale di I Livello”. Ma non solo tra San Severo e Cerignola come si era creduto fino a quel momento: saltava fuori che in corsa anche la città del Golfo. Di Gioia infatti, con l’invito a mettere da parte i campanilismi, suggeriva: “I sindaci di Manfredonia, Cerignola e San Severo si mettano insieme e lavorino ad una proposta unitaria”. E ancora, la smentita di Emiliano, secondo cui “saranno tutti di base ma rafforzati”. E anche se ciò non significa nei fatti niente, si permette di chiamare “cretini” quei cittadini che si sono allarmati. Insomma, tutto ed il contrario.

“Campanilismo da mettere da parte – si chiede Casarella – ? Eppure in Regione si è redatto questo Piano proprio sulla scorta del campanilismo tra province, tanto che la salentina Loredana Capone si è vantata dell’intoccabilità degli ospedali leccesi. Ora Di Gioia sta dicendo in altre parole ‘scannatevi’. E poi, fino a ieri la politica non avrebbe potuto niente contro la logica dei numeri, mentre oggi salta fuori che ci si può accordare? E ora ci si ricorda di chiedere il coinvolgimento del territorio? Oggi c’è Giunta e martedì Consiglio in Regione. E i regionali Pd eletti in Capitanata cosa dicono di questa guerra fratricida che si apre? La Capitanata è stata umiliata. È tutto grottesco e vergognoso. E c’è chi si dovrebbe sentire traditore della patria, dopo aver già tradito gli amici. Roba dantesca da lago Cocito”.

SULLO SFONDO, IL CONGRESSO DEL PD | I soli Giandiego Gatta (Fi) e Giannicola Deleonardis (Ncd) hanno, tra i consiglieri regionali di Capitanata, espresso posizione difforme rispetto ad un Piano che sorprenderà tutti in negativo e non terrà conto dell’esigenza di sanità. “Se Manfredonia torna in auge all’improvviso – osserva Casarella – mi chiedo se dietro non ci siano logiche congressuali del Pd, proprio legando il tutto alla ormai prossima cacciata di Elena Gentile. Qui si parla di tessere Pd, si riscalda l’aria preparando l’ingresso di presunti civici fuoriusciti da destra ora in odore di Pd. La sanità è un pretesto”.

IL RUOLO DEI SINDACI | Mentre la Capitanata scende in piazza, con cortei più o meno nutriti e guidati dai sindaci, il Piano va verso la sua approvazione e l’invio definitivo al Ministero della Sanità. “Non credo molto nelle manifestazioni di piazza da parte delle istituzioni – conclude Casarella – . I sindaci devono parlare attraverso atti concreti, non semplici ordini del giorno di difesa di cuore. I sindaci dei Monti Dauni, il biccarese Gianfilippo Mignogna in testa, hanno dato anche stavolta lezione: hanno studiato il decreto Balduzzi sulle aree interne per salvare l’ospedale di base di Lucera e hanno prodotto una reale alternativa anche finanziaria al Piano di Emiliano. E se non andrà bene già si pensa alla via referendaria, con la raccolta di firme necessarie. Gli altri sindaci, fino a ieri quasi tutti sedicenti amici di Emiliano, scendono in piazza, fanno foto, fanno video, come se fossero comuni cittadini o studenti liceali. Un po’ poco per cambiare le carte nelle stanze che contano”.

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